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Arte ed ecologia al Castello Doria di Vernazza con le opere di Maria Capellini
Si è inaugurata sabato 20 agosto alle ore 18, alla presenza del Sindaco di Vernazza Vincenzo Resasco e con l’intervento del Tecnico dell’Area marina Protetta del Parco delle 5 TerreIlaria Lavarello, presso il Castello Doria di Vernazza, la mostra “Ritagli di cielo, ritagli di mare” curata dalla Galleria Vallardi di la Spezia.
La mostra, già presentata al Galata Museo del Mare di Genova, ritorna nel luogo che ha visto svolgersi i tragici eventi del 2011 dai quali sono scaturiti l’idea e i materiali delle opere esposte. Infatti le sculture e le tavole proposte sono state realizzate con tecniche miste a partire da frammenti di ferro riportati dal mare, raccolti principalmente sulla spiaggia di Vernazza a seguito dell'alluvione del 2011, recuperati e poeticamente assemblati in suggestive forme essenziali, dall'artista Maria Capellini che da anni opera nel campo dell'Arte del riciclo.
Vengono affrontati temi dell’immaginario relativo al cielo (astri, costellazioni) e al mare (viaggio, creature del mare vere o fantastiche), in un percorso ricco di implicazioni simboliche e riflessioni personali sul mondo contemporaneo che spaziano da riferimenti ai problemi della persistenza dall’invasione della plastica nelle acque marine, a quello dell’acidificazione delle acque, della desertificazione e del disequilibrio nell’uso delle risorse del pineta.
L’uso dei residui recuperati è la costante di tutte le opere presentate nel tentativo di offrire una seconda opportunità di vita a oggetti che hanno ormai esaurito la funzione per la quale erano stai concepiti, elevandoli dalla condizione di rifiuto al rango di opere d'arte. Tutto questo viene fatto con quel garbo e quella sensibilità tipicamente femminile, che riesce a vedere energia, bellezza e fascino dove comunemente si scorge solo immondizia e degrado. Si percepisce la presenza di un lungo procedimento personale di ricerca che ha consentito all'artista di liberarsi dell'ovvietà data dall'uso abituale dell'oggetto, elaborarlo magicamente e restituircelo pregnante di profondi significati.
Tutte le opere esposte, rivelano una chiara scelta ecologica che, a partire dall'utilizzo di materiali poveri, vuole essere una denuncia nei confronti degli sprechi di risorse che sappiamo non essere illimitate e nei confronti del modo di vivere di una società preoccupata più dell'interesse immediato che non delle conseguenze che il proprio operato può avere in termini di alterazione dell'equilibrio naturale.