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Le azioni di mantenimento delle opere a mare nell'AMP

La segnalazione a mare dell’AMP è costantemente esposta a fenomeni di usura e di corrosione, derivanti dalle continue sollecitazioni del moto ondoso e dalle correnti galvaniche.

(Manarola - Sede, 09 Ottobre 2016)

La situazione pregressa, inoltre, ha presentato diverse situazioni di criticità: molte boe risultavano spente ed alcuni sistemi di ancoraggio erano notevolmente logorati.
Il Consorzio ATI 5 Terre, mediante procedura di gara per i servizi di carattere turistico-naturalistico di accesso, fruizione e valorizzazione delle risorse del territorio del Parco Nazionale delle Cinque Terre,  ha gestito la manutenzione di tutte le opere a mare dell’Area Marina Protetta: viste le notevoli profondità di esercizio delle opere a mare (in alcuni casi oltre i 60 mt), oltre alle ispezioni subacquee è stato introdotto l’ausilio di un robot filoguidato (R.O.V.) impiegato nelle più gravose applicazioni sottomarine.

La strategia operativa ha previsto la sostituzione preventiva e a rotazione di tutti i vecchi ancoraggi, le procedure sui puntamenti sono state perfezionate mediante la supervisione di una guida alpina in arrampicata, inoltre sono stati predisposte delle nuove segnaletiche delle boe con la simbologia dei principali divieti, tutti gli apparati luminosi sono stati sostituiti integralmente con nuove fonti luminose a led.
Nonostante le numerose mareggiate e i conseguenti disormeggi, grazie all’applicazione della modalità operativa sopra descritta attualmente tutta la segnaletica a mare prevista è al momento conforme.
Anche in riferimento ai campi ormeggio sono stati ripristinati tutti i gavitelli presenti nell’AMP, sono stati regolarizzati inserendoli nei rispettivi PUD ed è stata attivata la procedura per la di collocazione di nuovi ulteriori corpi morti destinati alla nautica da diporto.

Il percorso natatorio di Vernazza,al termine della stagione balneare è stato rimosso.
Inoltre al fine valorizzare il percorso subacqueo per disabili di Punta Corone e  migliorarne l’accessibilità sono stati sottoscritti accordi con  tra le Associazioni Attività Subacquee e Natatorie per Disabili  e associazione scientifica “5 Terre sotto il mare”: questa estate con il patrocinio del Parco e del Comune di Monterosso al Mare è stato un evento di promozione subacquea per soggetti disabili denominato “Cinque Terre senza Barriere – la disfida P.ta Corone”.

Per quanto riguarda la barriera artificiale sommersa dello spiaggione di Corniglia, (azione pilota del 2009 finalizzata al ripristino del fondale) sono stati coordinati degli interventi di monitoraggio sullo stato della barriera mediante l’immersione di subacquei, prelievi di campioni e rilievi fotografici: dagli esiti delle dei rilevamenti è emerso che i moduli della barriera sono parzialmente ricoperti da nuova sabbia (individuata in sedimenti più chiari e fini) ,pertanto, l’intero sistema ha apportato una componente biodinamica, gli obiettivi prefissati dal progetto pilota, sono stati dichiarati raggiunti ed è stata stimata la sedimentazione (nuovo deposito) di circa 15.000-20.000 m3 di nuova sabbia di granulometria più fine.

Le barriere antistrascico (i moduli in cemento armato dotate uncini a contrasto della pesca a strascico) sono state sottoposte a monitoraggio dall’ENEA: dagli esiti delle indagini (Side Scan Sonar e rilevamenti sub) è stata evidenziata la funzione di contrasto all’attività di pesca, opponendosi allo strascico (con tracce di trascinamento sul fondale in prossimità della batimetrica dei 50 mt), mentre nelle posizioni a profondità più contenuta sono state confermate le tendenze alla completa colonizzazione da parte di organismi bentonici partecipando alla produzione di biomassa.

Infine l’ISPRA nell'ambito delle attività connesse alla strategia ambientale di studio del coralligeno nell’AMP delle Cinque Terre ha riscontrato una situazione generale di ottima salute, confermando segni di strascichi causati attrezzi da pesca (motopescherecci) al largo, su fondale fangoso oltre la profondità di 50 mt, inoltre è stata rilevata la presenza di vecchi attrezzi da pesca abbandonati (reti, nasse e lenze di palamiti), probabilmente riconducibili a periodi antecedenti l’istituzione dell’AMP.

Le azioni di mantenimento delle opere a mare nell'AMP
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