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Trekking nel Parco: occhio alle zecche!

Come prevenire e comportarsi in caso di morso del parassita. I consigli dei Carabinieri forestali del Parco.

(Riomaggiore, 21 Maggio 2022)

Maggio è il mese ideale per il trekking sulla rete sentieristica del Parco. Oltre agli accorgimenti da adottare per godere in sicurezza dei nostri 130 chilometri di sentieri, con l’arrivo del caldo bisogna prestare attenzione ad un pericolo, piccolo, ma da non sottovalutare: le zecche.

E’ utile sapere che frequentando le zone boscate, prative e i margini dei coltivi è possibile imbattersi nelle zecche, particolarmente diffuse in primavered estate dopo lo stato di letargo invernale. Spiega il Comandante del Reparto Carabinieri Parco Cinque Terre, Tenente Colonnello Silvia Olivari Si tratta di parassiti esterni, appartenenti alla classe degli aracnidi, dotati di zampe (artropodi) e di un apparato boccale (rostro) idoneo a penetrare la cute e succhiare il sangue dell’ospite, necessario per compiere il ciclo biologico dalla larva all’adulto e per la maturazione delle uova. Le dimensioni variano dal millimetro al centimetro, secondo la specie e lo stadio di sviluppo ed il loro morso è generalmente indolore in quanto associato all’emissione di una sostanza anestetizzante.”

L’uomo rappresenta un ospite accidentale, rispetto alla fauna selvatica e domestica, ma occorre adottare le cautele utili ad evitare gli effetti indiretti del morso, tra cui la trasmissione di gravi infezioni batteriche e virali (borreliosi di Lyme, encefalite da zecca o TBE, ehrlichiosi, febbre bottonosa da rickettsiae, tularemia, babesiosi). Le malattie prodotte dall’infezione hanno conseguenze gravi e permanenti, se non diagnosticate e curate tempestivamente.

Prevenire è meglio che curare!

I consigli del Reparto Carabinieri Parco Cinque Terre da osservare prima, dopo e durante il trekking:

1) Trattare con prodotti insetto repellenti arti, calze, scarpe, parte inferiore dei calzoni.

2) Indossare abiti chiari (per individuare più facilmente le zecche), calzoni e camicie lunghi chiusi alle caviglie e ai polsi, cappello.

3) Evitare di sedersi sull’erba, di toccarla lungo il margine dei sentieri e di addentrarsi dove è alta.

4) Al termine dell’escursione, effettuare un attento controllo visivo e tattile della pelle e degli indumenti e rimuovere le zecche eventualmente presenti.

Primo intervento

Se individuata sulla pelle, la zecca va prontamente rimossa con l’ausilio di una pinzetta, perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite. La zecca deve essere afferrata con la pinzetta il più possibile vicino alla pelle e rimossa tirandola con decisione, ma senza strappi, con un leggero movimento rotatorio; se il rostro rimane dentro la cute, può essere estratto con un ago sterilizzato. Prima e dopo l’operazione occorre disinfettare la cute.

- Una volta estratta, la zecca deve essere distrutta, possibilmente bruciandola.

- Annotare la data della rimozione e osservare la comparsa di eventuali sintomi nei successivi 30-40 giorni (alone rossastro che tende ad allargarsi, febbre, mal di testa, debolezza, dolori articolari, ingrossamento dei linfonodi).

- Effettuare la profilassi antitetanica, se non si è vaccinati, e rivolgersi al medico.

- In caso di dubbi e complicanze rivolgersi al medico.

 

Trekking nel Parco: occhio alle zecche!
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