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Punta del Mesco* è il titolo della poesia di Eugenio Montale presente ne Le Occasioni che prende il nome dal promontorio al confine ad ovest Cinque Terre. Il percorso naturalistico letterario di domenica 7 maggio, con partenza alle ore 9 dal borgo di Monterosso, sarà dedicato appunto al promontorio di Punta Mesco, meta delle passeggiate giovanili di Montale a cui il poeta dedicò i versi dell’omonimo componimento.
Il sentiero n. SVA 591 che da Colle di Gritta conduce alla vetta del Promontorio fino all’Eremo San Antonio è un luogo dalle molteplici vedute panoramiche con fiori rari come ad esempio la Santolina ligustica e numerose orchidee selvatiche. La bellezza del paesaggio sarà scandita da letture di poesie, aneddoti e leggende locali, cenni storici e naturalistici.
Conducono il percorso Cristina Currarrini, Letterata, e Carlo Torricelli, Guida Escursionistica e Naturalistica.
Ore 9,00 RITROVO difronte Info Point del Parco, c/o 1° binario stazione ferroviaria di Monterosso al Mare.
Ore 9 e 15 PARTENZA del bus fino al sentiero n. SVA 591 fino all’Eremo San Antonio e si ridiscende con il sentiero n.590 fino al borgo in località Fegina. (costo del bus compreso nella Cinque Terre Card)
DIFFICOLTA': Escursionistico
DURATA: circa 3 ore
Info e prenotazioni: comunicazione@parconazionale5terre.it 3398340911 - 3491755359
La partecipazione è GRATUITA, su prenotazione, max 25 persone, SOLO per i possessori delle carte servizi Cinque Terre Card. Le Cinque Terre Card sono acquistabili presso tutti gli Info Point del Parco, nelle stazioni ferroviarie delle Cinque Terre, La Spezia e Levanto. La programmazione potrebbe subire delle variazioni a seconda dello stato di percorribilità dei sentieri o in caso di avverse condizioni metereologiche.
Ricordiamo che i sentieri delle Cinque Terre sono paragonabili a tutti gli effetti a percorsi di montagna e dunque sono indicati a persone dotate di buona pratica escursionistica e che indossano calzature e abbgliamento idoneo.
PUNTA DEL MESCO - LE OCCASIONI*
Nel cielo della cava rigato
all’alba dal volo dritto delle pernicI
il fumo delle mine s’inteneriva,
saliva lento le pendici a piombo.
Dal rostro del palabotto si capovolsero
le ondine trombettiere silenziose
e affondarono rapide tra le spume
che il tuo passo sfiorava.
Vedo il sentiero che percorsi un giorno
come un cane inquieto; lambe il fiotto,
s’inerpica tra i massi e rado strame
a tratti lo scancella. E tutto è uguale.
Nella ghiaia bagnata s’arrovella
un’eco degli scrosci. Umido brilla
il sole sulle membra affaticate
dei curvi spaccapietre che martellano.
Polene che risalgono e mi portano
qualche cosa di te. Un tràpano incide
il cuore sulla roccia – schianta attorno
più forte un rombo. Brancolo nel fumo,
ma rivedo: ritornano i tuoi rari
gesti e il viso che aggiorna al davanzale, –
mi torna la tua infanzia dilaniata
dagli spari!