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È mancato André Leuba che, con Emanuele Luzzati, aveva “creato” , tra l‘altro, il logo del Parco delle Cinque Terre e aveva ideato tutta la grafica della comunicazione del Parco e dell’ Azienda di Promozione Turistica della Spezia.
Un artista che, rileggendo le parole di Sergio Fregoso, altra colonna, non solo fotografo, di quel periodo, ha "tracciato", con i suoi schizzi, le primme immagini del Parco delle Cinque Terre.
Un saluto , André !
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Il logo è l’immagine d’una idea.
E’ il segno distintivo d’un prodotto
o d’una attività di cui diventa simbolo.
Il logo si guarda, è per gli occhi
e non è facile spiegarlo, anche se vuol dire
parola, discorso. Si può però seguire
il processo della sua realizzazione,
si possono descrivere i passaggi attraverso i quali
l’idea si traduce in un segno sintetico.
Dire Cinque Terre è l’evocazione di un mondo,
è muovere l’immaginario poco disposto
a ridurre a pochi segni la complessità e la peculiarità
d’un paesaggio fatto a mano, in difficile equilibrio
tra natura e cultura. Ecco dunque
l’idea di partenza presa in considerazione
da Emanuele Luzzati e Andrè Leuba, coautori
del logo che presentiamo.
Una catena umana di gesti antichi e sapienti
bloccata come in un muro a secco, simbolo
del territorio stesso perché sono i “muretti”
che tengono il paesaggio.
Il senso della verticalità del paesaggio è espresso
dal ritmo e dalla continuità delle fasce
che si confondono con il mare, che sente il peso della terra
e delle pietre gravare su di sé e che a tratti ne svela
la fragilità in fuggevoli scorci di minacciosi dirupi.
Il testo segue la scansione delle fasce verticali.
Si dice e si legge del paesaggio costruito
dall’uomo perché nell’uomo c’è l’intera umanità.
Va detto, però, nel modo più esplicito che
nelle Cinque Terre, la donna, oltre ad aver partecipato
da protagonista alla costruzione del paesaggio e
al suo mantenimento ha portato su di sé – come altrove-
il peso e la gioia della maternità, della famiglia,
della casa ed è stata fedele custode delle tradizioni.