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L’intervento di restauro si avvale di un nuovo protocollo di coltura, sviluppato lo scorso anno in stretta collaborazione tra l’Universita’ di Trieste (gruppo di ricerca della dott.ssa Falace) e di Genova (gruppo di ricerca della prof. Mariachiara Chiantore) e recentemente pubblicato. L’originalità’ di questo metodologia di restauro sta nella produzione in acquari di nuove “plantule” da reintrodurre in ambiente marino, senza danneggiare i siti donatori. Finora gli interventi di restauro di foreste marine sono stati realizzati mediante il traspianto di popolamenti da un sito all’altro, impoverendo cosi i siti “donatori”. Poiché si tratta di specie protette e a rischio di estinzione questo tipo di interventi andrebbero vietati, in quanto in contraddizione con il principio di conservazione di queste specie. Purtroppo si tratta ancora della pratica più diffusa in Mediterraneo. La necessità di ottenere un gran numero di “plantule” è uno dei limiti maggiori alla realizzazione su larga scala di interventi di restauro biologico. Quindi è stato necessario ottimizzare la riproduzione utilizzando metodi non distruttivi.
ROC POP Life si prefigge di impiegare questo nuovo protocollo e l’utilizzo di materiali innovativi e biodegradabili per la produzione di “moduli” ecosostenibili per reintrodurre queste foreste marine laddove sono state distrutte. L’originalità’ di ROC POP Life è che in linea con le direttive europee non è previsto l’uso di plastiche o materiali non biodegradabile e che rischiano quindi di creare un danno secondario all’ambiente.
Tra i partner del progetto: Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Genova, WWF Oasi AMP Miramare, Area Marina Protetta di Portofino, Softeco Sismat srl, Javni zavod Krajinski park Strunjan e Area Marina Protetta delle Cinque Terre, dove verrà sperimentato il reimpianto delle plantule provenienti da Portofino. “Si tratta di una iniziativa dall’alto valore scientifico per la tutela e la conservazione dei nostri mari – dice Patrizio Scarpellini, direttore del Parco delle Cinque Terre - . Siamo coinvolti anche come responsabili delle azioni di valutazione dell’impatto socio economico del progetto, per accrescere la consapevolezza dei cittadini e dei soggetti coinvolti nella fruizione e gestione delle aree protette”, conclude il direttore Scarpellini.
Le foreste marine, al pari di quelle terrestri, rappresentano uno degli habitat più produttivi e importanti, anche se finora poco considerati, che stanno rapidamente scomparendo da tutto il Mediterraneo. Le cause della loro scomparsa sono impatti antropici di diversa natura (inquinamento, erbicidi, rimaneggiamenti della fascia costiera, turismo, ecc) a cui si aggiungono i cambiamenti climatici (aumento delle temperature, acidificazione, ecc). Per il loro ruolo nel supportare una grande biodiversità e importanti catene trofiche, la loro scomparsa comporta una perdita critica dei servizi eco-sistemici associati, come pesca e mitigazione dei cambiamenti climatici. E quanto mai urgente avviare interventi di restauro marino a larga scala in quanto laddove le popolazioni naturali sono scomparse, anche se le condizioni ambientali migliorano, in assenza di popolamenti naturali nelle vicinanze non è possibile un ritorno spontaneo.
Progetto finanziato dalla Comunità Europea: ROC-POP Life (LIFE16 NAT/IT/000816)
