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Recenti studi hanno evidenziato come la plastica costituisca il 95% dei rifiuti che galleggiano nel Mediterraneo o che finiscono sulle nostre spiagge. I rifiuti marini provocano danni ambientali alla flora e fauna marina, con ripercussioni economiche su turismo, pesca e trasporti marittimi.
„Credo che la minaccia ambientale dei rifiuti marini sia paragonabile a quella del riscaldamento globale”, afferma Claudio Valerani, Tecnico Ambientale dell’Area Marina del Parco Nazionale delle Cinque Terre.
L'UE sta investendo nello sviluppo di tecniche per individuare e ridurre i rifiuti marini in modo efficace e integrato, al fine di proteggere gli ecosistemi e le persone. Infatti, tracce di micro-plastiche sono state trovate anche nel pesce destinato al consumo umano. Le possibili conseguenze per la salute derivanti dall’ingestione di microplastiche non sono ancora del tutto note, ed è quindi fondamentale impedire che entrino nella catena alimentare. La nuova direttiva UE proibisce anche l’uso di prodotti di plastica monouso e affronta il problema degli attrezzi da pesca abbandonati, che insieme rappresentano il 70% di tutti i rifiuti marini. Si stima che grazie a queste norme si potranno evitare danni ambientali per 22 miliardi di euro entro il 2030, consentendo di evitare emissioni pari a 3,4 milioni di tonnellate di CO2.
https://europa.eu/investeu/projects/safeguarding-mediterranean-biodiversity_it