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Nell'ultimo decennio, facendo seguito alle necessità individuate dalla Marine Strategy Framework Directive di monitorare l'habitat coralligeno, sono stati elaborati diversi indici biotici, tutti funzionali alla valutazione della qualità del coralligeno di parete, ma basati su approcci e metriche differenti, il che rende difficile un confronto fra i risultati ottenuti con metodi diversi. Dopo aver intercalibrato alcuni dei principali indici ed approcci esistenti in letteratura per il Mediterraneo, i risultati sono stati integrati e standardizzati in un'unica procedura per valutare lo stato del coralligeno di parete. È stato quindi elaborato il metodo STAR (STAndaRdized coralligenous evaluation procedure, Piazzi et al., 2019), un protocollo che ottimizzando il bilancio tra sforzo di campionamento e tipo di informazioni ottenute (la raccolta dati rappresenta in genere la parte più onerosa dei piani di monitoraggio, in termini di tempi e costi) consente di raccogliere in un database comune ai diversi metodi i parametri ecologici considerati finora rilevanti per la valutazione dello stato di qualità del coralligeno di parete. Tale protocollo è raccomandato nelle linee guida ISPRA (Gennaro et al., 2020) per il monitoraggio nazionale del coralligeno di parete.
Per la definizione della qualità ecologica del coralligeno nei siti di indagine, a profondità comprese tra i 30 m e i 40 m e quindi accessibili ai ricercatori scientifici subacquei in immersione autonoma con ARA, il protocollo nazionale STAR prevede la raccolta, in immersione subacquea, di campioni fotografici, la misura dello spessore della matrice calcarea tramite penetrometro, e la misura dell'altezza dello strato eretto del coralligeno. In contemporanea al campionamento fotografico il protocollo STAR prevede dei rilevamenti visivi in immersione tramite il metodo speditivo Rapid Visual Assessment (RVA, Gatti et al., 2015). Tale metodo è basato su osservazioni e misurazioni realizzate direttamente in immersione subacquea e permette di ottenere un adeguato dettaglio tassonomico nell'informazione raccolta e un elevato grado di completezza, poiché integra informazioni biologiche, mesologiche, e geomorfologiche. I dati così raccolti permetteranno il calcolo di tutti i principali indici italiani di riferimento sviluppati per la definizione della qualità ecologica del coralligeno: ESCA (Ecological Status of Coralligenous Assemblages; Piazzi et al., 2017); COARSE (Coralligenous Assessment by Reef Scape Estimate; Gatti et al., 2015), e ISLA (Integrated Sensitivity Level of coralligenous Assemblages; Montefalcone et al., 2017).
Per la definizione della qualità ecologica e la valutazione del cambiamento nel tempo dell'habitat coralligeno nell'Area Marina Protetta delle Cinque Terre sono quindi proposte le seguenti attività:
Definire la qualità ecologica dell'habitat coralligeno presente a Punta Mesco e a Capo Montenero applicando il protocollo nazionale di monitoraggio del coralligeno di parete STAR (STAndaRdized coralligenous evaluation procedure), previsto dalle linee guida ISPRA (Gennaro et al., 2020). A tale fine saranno condotti rilevamenti visivi in immersione subacquea applicando il metodo speditivo RVA (Gatti et al., 2015) e saranno effettuati campionamenti fotografici alla profondità di circa 35 m su falesia subverticale caratterizzata dalla presenza dell'habitat coralligeno. I dati così raccolti saranno utilizzati per l'applicazione dell'indice ecologico paesaggistico COARSE utile alla definizione della qualità ecologica del coralligeno presente a Punta Mesco e a Capo Montenero, all'interno dell'AMP delle Cinque Terre.
Valutazione del cambiamento a lungo termine (ultimi 65 anni) nelle comunità bentoniche di fondo duro lungo un gradiente di profondità (10 m - 45 m) grazie alla rivisitazione delle stazioni storiche di campionamento fotografico a Punta Mesco (Gatti et al., 2015; Azzola et al., 2019).
Definizione della qualità ecologica dell'habitat coralligeno in due siti dell'AMP delle Cinque Terre;
Stabilire una baseline per il monitoraggio del coralligeno nell'AMP, al fine di poterne valutare correttamente le traiettorie di cambiamento nel tempo;
Valutare il cambiamento nelle comunità bentoniche di scogliera negli ultimi 65 anni, in relazione all'azione sinergica di disturbi antropici locali e globali.
Realizzazione di immersioni subacquee con autorespiratore ad aria (ARA) da parte di operatori scientifici subacquei qualificati del DiSTAV sulle secche coralligene circalitorali presenti tra i 35 m e i 40 m di profondità a Punta Mesco e a Capo Montenero. In ciascuna area saranno realizzate 3 repliche (distanziate di una decina di metri) di rilevamento visivo tramite RVA, saranno raccolti 10 campioni fotografici per replica e sarà applicato il protocollo STAR. In totale saranno necessarie 4 immersioni.