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Non c’è punto panoramico alle Cinque Terre che non contempli Punta Mesco, promontorio che ad ovest chiude l’Area Marina Protetta dividendo il borgo di Monterosso al mare da quello di Levanto. L’escursione virtuale di questa settimana conduce proprio sopra a questa imponente formazione rocciosa, luogo delle passeggiate giovanili del poeta premio Nobel Eugenio Montale.
Un percorso ad anello con partenza ed arrivo al borgo, passando per Valle del Morione, attraverso un patchwork di ambienti ed emergenze naturalistiche. Nell’arco di pochi chilometri, rocce giurassiche, antiche limonaie e resti di una storia antica.
Il PERCORSO (GUARDA IL VIDEO)
MAPPA dell'itinerario
GALLERIA FOTO SENTIERI
Lunghezza, 8.6 km, Dislivello 509 m, Difficoltà EE
Per arrivare in alto e poter “osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare”, l’itinerario prende le mosse dal paese vecchio attraverso il sentiero che da Via Roma risale lungo la Valle del Morione: qui si incontrano imponenti muri in arenaria costruiti con legante a calce che racchiudono antichi orti di limoni.
Salendo lo scenario cambia e, tra la frescura di lecci, querce da sughero, castagni e corbezzoli, alternati a coltivi a vigna ed ulivi, si arriva fino all'Eremo della Maddalena dove, nei pressi del vigneto storico si può apprezzare l’installazione bio "A radici scoperte" dell’artista Marco Nones.
Imboccando il sentiero n. 591 da Colla di Gritta, Sella Bagari verso Punta Mesco, lo scenario cambia decisamente ed i passi si muovono sul dorso della montagna.
Sul crinale la storia la raccontano le rocce, praticamente si cammina “sul Giurassico”. Fino al promontorio del Mesco si può osservare una sezione di quello che milioni di anni fa era un oceano, la Tetide: dapprima si incontrano gabbri e serpentiniti, rocce magmatiche poi argilliti e arenarie del Gottero che, sul Mesco, si presentano in potenti strati e falesie.
Il paesaggio si fa lunare, tra i colori della macchia mediterranea spiccano ginepro, mirto ed elicriso, in questa stagione sono copiose le fioriture di timo e dell’euforbia spinosa ligustica.
Da un lato l'infilata sulle Cinque Terre dall'altro Levanto fino al promontorio di Portofino. Infine tra corbezzoli, cisti, ed altre essenze, tra le quali spicca la Santolina Ligustica, si arriva all’Eremo di Sant’Antonio*, circondato dalla fitta lecceta che da frescura e crea un'atmosfera sospesa nel tempo.
Il tratto di rientro è tutto in discesa sull'SVA n. 590, fino alla Pagoda Giallognola, la villa dalle due Palme, casa estiva del poeta di Ossi di Seppia.
Una targa su cui è inciso il verso “la casa delle mie estati lontane t’era accanto, lo sai, là nel paese dove il sole cuoce e annuvolano l’aria le zanzare” prelude alle suggestioni promesse dal borgo e anticipa l’arrivo alle calde spiagge di Località Fegina.
Cinque Terre Hiking Guide - MAPPA INTERATTIVA
*Ruderi dell’Eremo di S. Antonio (cenni storici)
Le murature visibili sono ciò che rimane di un eremo fondato dai monaci Agostiniani probabilmente attorno alla metà del XIII secolo. A dominio di un vasto arco costiero, dall'isola del Tino fino al promontorio di Portofino, non esclude che esso fosse utilizzato fin dall'alto medioevo come punto di avvistamento e segnalazione.
Marzia Vivaldi